
La Chiesa dei Santi Tiburzio e Susanna corrisponde all’antica chiesa dell’Abbazia camaldolese di Santa Maria, fondata prima dell’anno Mille. Probabilmente risalente all’inizio del XII secolo e più volte restaurata, la chiesa conserva in gran parte le strutture romaniche originarie.
La facciata, rivestita da grandi lastre di arenaria disposte a filari, presenta un portale architravato sormontato da un arco acuto e da un oculo. L’interno, a pianta a croce latina con una navata e transetto sporgente, è concluso da tre absidi ben distanziate, ricavate in gran parte nello spessore del muro. La copertura è costituita da capriate lignee, e il paramento murario è in piccoli conci di pietra. All’interno si conserva un affresco cinquecentesco raffigurante San Rocco.
L’abbazia, nel XI secolo, entrò a far parte dell’Ordine camaldolese e divenne così potente da esercitare il controllo su numerose chiese della Val d’Ambra, del Valdarno, della Valdichiana, di Arezzo e del Senese. Nel XIV secolo iniziò un periodo di decadenza, uscendo dell’Ordine Camaldolese, per poi rientrare nel 1566 grazie all’intervento di San Carlo Borromeo. Rimase sotto il monastero di Camaldoli fino alle soppressioni napoleoniche.