Da Pian di Scò, attraversando l’Arno a Figline, proseguiamo in direzione di Arezzo e, al centro della vallata, si incontra San Giovanni Valdarno, fondato alla fine del 1200 con il nome di Castel San Giovanni dalla Repubblica fiorentina.
Sotto il governo napoleonico, San Giovanni Valdarno faceva parte del Dipartimento dell’Arno. Nel 1848, con decreto del Granduca Leopoldo II, furono soppressi i vicariati e le podesterie. Il paese perse il controllo della frazione di Cavriglia, che divenne comune autonomo, entrando nello stesso anno nella provincia di Arezzo. Questo passaggio fu confermato nel 1862, dopo l’Unità d’Italia.
Nonostante la sua fedeltà a Firenze, il comune chiese invano di essere reintegrato nella provincia fiorentina, con una raccolta di 484 firme. Nel XX secolo, San Giovanni Valdarno visse un periodo di crescita, con un forte impegno sindacale e operaio, ma la Seconda Guerra Mondiale danneggiò gravemente l’economia cittadina. Nel dopoguerra, la città si concentrò sulla ripresa economica e sull’aumento demografico, mentre negli anni ’70 iniziò il recupero del centro storico, danneggiato dagli eventi bellici e dalla scarsa manutenzione.
Lo stemma del comune, risalente alla sua fondazione, raffigura San Giovanni Battista.